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domingo, 20 de mayo de 2012
Nuvole d’acqua e gli alberi nella ecopoesia di Carlos Augusto León
Prima dell’accettazione linguistica definitiva del termine ecologia -ciò che i francesi dicono ”avant la lettre”- in alcuni dei primitivi poeti hispano-americani giá c’era la preoccupazione e l’ira per l’avida distruzione dell’ambiente naturale in questo Continente, il Nuovo Mondo.
A questo proposito, su questa preoccupazione, nello spazio letterario venezuelano si sono potuto trovare questi illustre nomi: Andrés Bello (Caracas, Londra, Cile, XIX secolo), José Antonio Maitin (Choroní, stato di Aragua, XIX secolo), Abigail Lozano (Valencia XIX secolo, in Venezuela), José Ramón Yépez (Maracaibo, XIX secolo), nel XX secolo tra i suoi rappresentanti più cospicui sono Juan Beroes (San Cristobal-Caracas 1914-1975), Carlos Augusto León (Caracas, 1914-1997 .)
Carlos Augusto León si ha occupato nelle sue liriche abbondanti di dissimili aspetti del suo tempo: l’amore, l’arte, la scienza, lo sociale, lo politica, l’amicizia, la pace, la famiglia, ma attraversa tutti questi orizzonti delle sue composizioni un denominatore comune il suo intenso amore per la natura selvaggia alla pari con la sua angoscia dolorosa davanti al progressivo deterioramento dell’ambiente, il paesaggio, a causa della irresponsabilità di molti coperti dalla indifferenza degli altri, questa complicità dissimulata ha portato quale immediato corollario l’impoverimento dei molti livelli dell’esistenza di humanus.
Tra i molti versetti dello scrittore Carlos Augusto León sul particolare offriamo ai lettori due poemi.
NUVOLA D’ACQUA
Venite al “tranquero”, Nuvola d’Acqua, Nuvola d’Acqua… (Canzone di mungitura, Venezuela). Per migliaia di anni, Ogni giorno, Nuvola d’Acqua… La vede avvicinarsi il contadino, assetato per la propria terra e comincia a sentire una intima e umida gioia.
È “acqua del cielo” che era una volta dei fiumi e il mare, quella che a essi ritorna e a innaffiare coltivazioni o semplicemente a fare piccole pozze dove giocano i bambini. Nuvola d’Acqua. Fiore del più alto stelo, nuvola candida, che si porta il vento e dove tu vada non è altro che pioggia pura, benvenuta.
Ora ci sono altre nuvole, quelle del amaro fumo, di acidi nascosti, scorie atomiche, di veleni che esalatano le città. ¡Come era chiara l’aria, quando solo c’era nuvola d’acqua, la stessa che ha dato nome a una mucca, Nuvola d’Acqua, Nuvola d’Acqua prima! Dalle sue Poesíe: El río fértil. Caracas, UCV, 1980, p. 440.
VOGLIO CANTARE UN ALBERO
Agli studenti della 5° elementare della Scuola Rurale Guaicamacuto, che mi hanno chiesto una poesia. Voglio cantare un albero nella loro bellezza breve: le sue foglie di gioia, il tronco di fermezza. Voglio cantare la linfa che passa per le sue “entrañas”, più pura del torrente che scorre tra le montagne. E la radice nascosta, modesta nel suo compito: alimentare l’albero senza che nessuno la veda.ta nel suo compito: alimentare l’albero senza che nessuno la veda.ontagne. E la
Voglio cantare qui il vivente legno che sarà l’immobile letto o la barca che viaggia. Voglio cantare il fiore che fa felici i sensi e il frutto dove sperano i sapori addormentati. Voglio cantare un albero nel suo esatto verdeggiante, senza aggiungere nulla tranne il mio amore. E voglio che i bambini scherzino nella sua ombra e ascoltino come il vento tra i rami gli nomina. Dalle sue Poesie, El río fértil. Caracas, UCV, 1980, p. 66.
Lubio Cardozo, venezuelano ecopoeta
Tradotto da: http://lenincardozo.blogspot.com/2012/05/nubes-de-agua-y-arboles-en-la-ecopoesia.html Lubio Cardozo, Nubes de agua y árboles, en la ecopoesia de Carlos Augusto León. Jueves, 3 de mayo de 2012.
Hugo E. Méndez U. | ANCA24 Italia
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