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domingo, 1 de julio de 2012
Evo, l’ambientalista che nessuno ascolta
Evo ha significato oltre ad essere la voce indigena in difesa dei diritti della Madre Terra -come lui stesso l’ha definito-, la personalità politica più tenace negli ultimi vertice sui Cambiamenti Climatici. Le sue riflessioni sono state, ben espiegate, trasparenti e senza alcun interesse di cercare protagonismo nei mass media. È stato un interlocutore preciso della grande preoccupazione ambientale. Spostando addirittura, nei suoi discorsi, la sua posizione ideologica… “già la tappa della lotta di classe è passata…”, “il ventunesimo secolo sarà per la difesa della natura”.
Tuttavia, né noi stessi, quelli che gestiamo ONG Ambientalisti, come Greenpeace, Azul Ambientalista, tra gli altri, abbiamo valutato, esaminato o rivisto, questo alleato sincero. Sicuramente, perché in fondo nei nostri geni, dove sono nascosti sentimenti razzisti, arroganti, presuntuosi e gli stessi complessi, che spesso non ci permettono di essere più autentici, ci potrebbe sembrare “inconcepibile”, che un indio boliviano, con precarie studi formali , sia il coraggioso, che affronta apertamente e cerca di generare una discussione su questo tema in ogni spazio continentale o globale, dove sta partecipando. Al contrario, l’intenzione dei paesi inquinanti, che cercano di mettere a tacere ad ogni costo, questo assalto sul pianeta.
Uno dei cavi Wikilears, che si occupa dell’azione della diplomazia dei grandi inquinatori, si riferisce a quanto è accaduto al Vertice di Copenaghen, dove si evidenziano la situazione imbarazzante che significava le osservazioni del presidente della Bolivia. Questo spiega la necessità di isolarlo, per lo “stridore” delle sue opinioni. E si cercò di diminuire le sue rivendicazioni, partendo dal presupposto che era del gruppo dell’ALBA. Cioè, l’asse del “male”.
Ma quali sono questi “disagi” che Evo li produce alle nazioni inquinanti, che di nuovo sono ripetuti nel vertice di Cancun?
Osservare che il testo del Vertice di Cancun, come il testo di Copenaghen, è una vittoria vuota e falsa che è stato imposto senza consenso, e il suo costo sarà misurato in vite umane.
Che è stato un atto deliberato, quello di ridurre le aspettative e minimizzare al minimo lo sforzo del Vertice di Cancun. Nei casi in cui la cosiddetta “vittoria” per il multilateralismo è davvero una vittoria per le nazioni ricche che hanno intimidito e costretto ad altre nazioni ad accettare una soluzione alle loro condizioni. Le nazioni più ricche non offrirono niente di nuovo nella riduzione delle emissioni o finanziamenti, e, invece, hanno cercato di invertire gli impegni già esistenti, e includere tutte le scappatoie possibili per ridurre il loro obbligo di agire.
Evo ha detto: “…mentre le nazioni in via di sviluppo -che si trovano ad affrontare le peggiori conseguenze dei cambiamento climatico- richiedono una soluzione reale, ricevono solo il “realismo” di gesti vuoti. Le proposte da parte dei paesi potenti sono state trattate come sacrosante, mentre le nostre proposte erano usa e getta… gli accordi erano sempre a spese delle vittime, piuttosto che dei colpevoli del cambiamento climatico. Quando Bolivia ha detto essere in disaccordo con il testo nelle ultime ore di colloqui, l’obiezione è stata respinta. Un accordo in cui solo i potenti arrivano alla vittoria non è una negoziazione, è una imposizione”.
Concordiamo con l’affermazione fatta da Evo quando dice: “C’è solo un modo per misurare il successo di un accordo sul clima, e questo si basa sul fatto o meno si è efficace per le riduzioni delle emissioni per prevenire il cambiamento climatico”.
Quindi, la sua critica è corretta, perché nel testo di Cancun è permesso di aumentare le temperature globali di 4 gradi, il che significherebbe livelli disastrosi per l’umanità. Da recenti rapporti scientifici mostrano che 300.000 persone stanno già morendo ogni anno da calamità legate al cambiamento climatico. Il testo di Cancun, è un brevetto di corsaro per chi inquina, è il via libera, per lapidare all’umanità e l’ambiente.
Da questo spazio vi faccio una convocazione, di non consegnare il destino di questo pianeta agli inquinatori. Ognuno di noi, dal proprio spazio ha molto da offrire, per aiutare in questo grande ministero. La missione di un ambientalista è quella di difendere la vita umana fino al suo ultimo battito. Ascoltate ad Evo e a tutti i coraggiosi ambientalisti.
Lenin Cardozo | ANCA24 – Hugo E. Méndez U. | ANCA24 Italia
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