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viernes, 1 de agosto de 2014

L’avidità di pochi colpisce a milioni di zuliani che soffrono la siccità

Nueva imagen 

Per decenni le foreste del Zulia sono stati danneggiate, vulnerate per favorire interessi diversi, distinti dalla maggioranza dei cittadini di questa regione. L’allevamento, l’estrazione illegale di legname, l’estese coltivazioni di banane, di palma africana, e, più recentemente, di Malanga, sono stati gli acceleratori della distruzione delle foreste nello stato, della quale sopravvive ancora e, per ora, solo il 6%, costituito dalla Sierra di Perijá.


Gli interessi economici di alto calibro e l’impunità ambientale sono stati gli ingredienti di questo ecocidio sistematico. Le conseguenze di tali errori contro la natura la stanno soffrendo tutti i zuliani, i quali devono affrontare la siccità più intensa degli ultimi 60 anni.


I fiumi e le sorgenti che nel passato erano abbondanti, oggi assomigliano ai deserti dovuto alla mancanza di pioggia; di conseguenza il volume dei serbatoi che sono riempiti da essi sono scesi a livelli allarmanti, e le nostre città e paesi non hanno un regolare approvvigionamento di acqua potabile. La situazione peggiorerà. Nel Comune di Santa Rita il sistema di distribuzione del acqua potabile, per esempio, è di 1 giorno con acqua per 20 giorni senza acqua; a Maracaibo ci avviciniamo allo schema di 1 giorno x 10 giorni.


Sotto queste riflessioni e intercedendo per un Zulia Verde dove prevalga la consapevolezza ambientale, la comunità Perijanera ha deciso di scendere in piazza e le strade di Machiques in difesa della Sierra di Perijá e dei loro bacini idrografici, facendo conoscere il loro rifiuto della deforestazione e la coltivazione della malanga. Essi hanno causato la distruzione di almeno 2.000 ettari di foresta nella zona del serbatoio Tres Ríos –Tre Fiumi–, nel comune Jesús Enrique Lossada. Gli ambientalisti del Zulia stanno alzando la sua voce in modo che ognuno capisca che la tutela dell’ambiente ci coinvolge a tutti in difesa della vita.


L’avidità di pochi ha fatto inginocchiare a questo stato e di fronte a questo noi dobbiamo rispondere con forza e senza alcun dubbio.. Dal momento che le istanze dei governi nazionali e regionali stanno prendendo azioni, con l’accompagnamento degli stabilimenti militari patriottici, servizi ambientali, la polizia, per fermare ai predatori della Sierra di Perijá e di tutte le riserve naturali della regione, coloro che hanno preso le nostre foreste come una merce, provocando conseguenze incalcolabili. L’applicazione rigorosa della legge no si farà aspetterà.


Il Venerdì 8 agosto le autorità ambientali dello stato stanno convocando ad un incontro con i coltivatori della Malanga della Sierra di Perijá, avendo davanti la risoluzione del Ministero del Potere Popolare per l’Ambiente che vieta la coltivazione di questo tubero nei bacini centrale della serrenia. Chi non obbedisca a questi avvertimenti e cerchi di eludere la legge si troverà con il potere e la forza delle organizzazioni ambientaliste, della comunità organizzata e di un governo difensore dell’ambiente è della vita.


Lenin Cardozo, ambientalista venezuelano | ANCA24 – Fanny Reyes – giornalista ambientalista venezuelana | Hugo E. Méndez U., giornalista ambientalista venezuelano | ANCA24 Italia

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