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jueves, 14 de mayo de 2015

Ecopoesía un cammino per la riflessione. Intervista con il poeta Lubio Cardozo


Lubio Cardozo (1938) Poeta, saggista, ricercatore e critico letterario. Laureato in Lettere presso l'Università Centrale del Venezuela, con Postlaurea  in Ricerca Documentale nella Scuola Documentalisti di Madrid. Ha ricoperto diversi incarichi presso l'Università di Los Andes, nello stato venezuelano di Mérida, dove vive. Ha coordinato la rivista Actual della università. È riconosciuto la sua preziosa attività investigative nella storia, teoria e critica, con oltre trenta titoli pubblicati. Egli è l'autore dei libri di poemi Extensión habitual (1966), Apocatástasis (1968), Contra el campo del rey (1968), Salto sobre el área no hollada (1971), Fabla (1974), Paisajes (1975), Poemas de caballería (1983), Solecismos (1986), Poemas (1992), Lugar de la palabra (1993), El país de las nubes (1995), Un verso cada día (1995) y Ver (1999). Tutta la sua poesia, è stata raccolta nel volume La cuarta escogencia (Edizioni Mucuglifo, 2006). Esponente della poesia ambientalista latinoamericana.

Intervistatore: Poeta Lubio oggi si  può dire che c'è, esiste la poesia ambientalista o Ecopoesia? nnnnn  nnnnnn  nnnnn nnn nnn nnnn nnnn nnnn nnnnn nnnnn nnnnnn  nnnnnnnn nnnn nnnnnnnn nnnn nnnnnn


Poeta Lubio: Perché il poeta spesso a volte pianta fra le sue composizioni, alberi, erbe, il verde? Viene la tradizione da Orfeo, da Omero. Alberi, arbusti, cespugli: genitori-madri della vita sono; sanno abbastanza di quella realtà, nell'uso della sua retta ragione, l’ecologista, il botanico, lo scienziato, ma il poeta lo sa. Vedrà Lui nei rappresentanti della vegetazione mai solo oggetto dell'ambiente ma afettuosità. Dialoga il poeta profondamente, per la sua qualità di veggente, con loro, con gli esseri verdi, già mediante voci insonorizzate dell’orizzonte contemplativo, già in altre basta l’intenso intendersi reciproco della presenza. Si accorge il trovatore dell'ascolto vero, dell'udire. Gode quando vede la gioia delle piante, sente anche il suo terrore davanti l'arrivo degli odiati insetticidi. Il poeta il canto corale della foresta, della fronda, dei cespugli, dei morichales. Celebra la foresta  dei boschi o si rattristice con il mustiada, l’appassimento.

Intervistatore: Può la poesia ambientalista  essere considerata poesia del XXI secolo?

Poeta Lubio: Come i poeti così i filosofi sono grandi lettori del suo tempo nella sua opera spesso forniscono risposte alle grandi domande che ha a che fare con il destino dell'umanità. Non solo per la sensibilità evidente del poeta, ma perché la poesia è anche armata con la musica (ritmo) e il pensiero. Heidegger dice che coloro che cercano l’essere dell’esistenza con più forza è il poeta, il poeta “fonda” cioè, crea e fornisce risposte alla sua contemporaneità. Oggi stesso, quello che per la maggior parte delle persone forse possa passare inosservato al poeta non li sfugge niente: il dramma del pianeta Terra comprendendolo nella sua complessità il pianeta ei suoi abitanti, gli animali terrestri, animali marini, animali dell’aria, la vegetazione e il humanus. Questo non determina il futuro della poesia verso un percorso ma innegabilmente ogni giorno specifico la tragedia ecologica, la riflessione ambientalista toccherà le porte dei poeti e loro la apriranno.

Intervistatore: Ha la poesia ambientalista precursori in America Latina?

Poeta Lubio: Nel "Viaggio verso le regioni equinoziali del Nuovo Mondo" nominò Humboldt  il nuovo mondo, o meglio conosciuto nel linguaggio quotidiano come Hispanoamérica, la poesia nasce identifica con il paesaggio basti dire, con l'ambiente di questa regione. Andres Bello è quel poeta che inaugurò l'esaltazione della nuovamondana terra verde. È il primo poeta ambientalista di questo continente, perché la sua poesia esprime attraverso il diafano talento di questo venezuelano, una difesa patetica della natura del nuovo mondo. Ha fatto la sua lirica mediante la tessitura delle ritmiche parole con lo vegetale, della musicalità verbale con il verde, del senso delle voci con le erbe, arbusti, alberi, fiori, in ogni modo. Andrés Bello è il primo che nomina –nella poesia– gli alberi de la fronda nuovamondana. Già nel 1810 nella sua fase di Caracas tre vigorosi odi al verde compose: El Anauco, Mis deseos, A un samán. La sua composizione El Anauco (scritto nel 1800) si riferisce a un piccolo fiume a Caracas, dell’epoca, nel bel mezzo di un ambiente boschivo emotivo,

“Tu, verde e gentile rive di Anauco, per me più felici che le foreste idalios e i pascoli splendidi della placida Páfos, risuonarai nei miei canti umili; e quando la mia ombra sulla nefasta nave visitatrice del Erebus le valli solitarie nelle tue ombrose giungle e lontane tane vagarò qual un giorno” (...) (A. Bello, EL ANAUCO. En: Poesías. Caracas, 1981. pp. 5-6).

Nel sonetto Mis Deseos per la prima volta nella lirica hispanoamericana due emblematici alberi,  la palma di cocco –“il “cocotero”– accanto al Salice appaiono. Vero poema acquerella dove Bello dice,

“Da Aragua alle rive un distretto che mi tribute le semplice squisitezze, che vicino alle mie rustiche case tra massi scorra un ruscello. Per prendermi nel calore estivo che abbia un boschetto, voglio anche, che cresca accanto al salice il coco orgoglioso”. (A. Bello, “MIS DESEOS”. En: Poesías. Caracas, 1981. p. 7).

Lo stesso vale per la piccola composizione in romanzo ottonari il poema “A Un Samán”, Bello esalta questo gigante della flora nativa,

(...) “Allunga, il Saman i tuoi rami senza timore al  fato feroce, e che la sua ombra amichevole al camminante protegga.” (A. Bello, “A UN SAMÁN”. En: Poesías. Caracas, 1981. p. 32).

E al di fuori dei confini del suo paese, sia nella sua permanenza a Londra, dove la sua residenza definitiva in Cile, l'ecologia botanica "regioni equinoziali del Nuovo Continente" humboldtiana, la lirica di Andrés Bello nativa  esaustivamente, “consostanzializza” la sua anima poetica, in particolare con tutto ciò che riguarda la flora dell'agricoltura, così come di altre specie. È importante sottolineare che questa difesa ecologica della vegetazione del Nuovo Mondo inaugurata, iniziata da Andrès Bello favorevolmente ebbe molto buona continuità in tutto il continente.

Questo percorso che rafforzerebbe in modo originario l'essenza della lirica del Nuovo Mondo ha come punto di partenza il poema LA AGRICULTURA DE LA ZONA TORRIDA di Andrés Bello, la composizione consacrazione di una strada degna della lirica di questo Continente, ma soprattutto nello spazio compreso tra il Tropico del Cancro e il Tropico del Capricorno, che per Humboldt erano "le regioni equinoziali del Nuovo Continente", Bello la nominò con un concetto radicale La Zona Torrida.

Intervistatore: Poeta Lubio dalla sua grande produzione poetica, da quale delle sue poesia si potrebbe dire che ha iniziato la poesia ambientalista?

Poeta Lubio: ho avuto la fortuna di trascorrere una buona parte della mia infanzia in un villaggio boscoso, attraversato da un grande fiume e numerosi torrenti, circondata da piantagioni di caffè e cacao e confinato con il  mare, Choroní (a nord dello stato di Aragua, Venezuela). Questi paesaggi della mia infanzia cominciarono ad apparire nella mia scrittura lirica dalle mie poesie Paisajes (1975). Si potrebbe dire che questo libro comincia con quella che voi chiamate la poesia ambientalista o eco poesia. Che adesso recito,

LA RISATA, LE DONZELLE, I GIGLI, IL POZZO DEL FIUME. E pensare che quel verbo è falso fino a sempre: tornare. E pensare che non possiamo: Non ritorneremo al pozzo del fiume sotto i grandi mijaos. Ci saranno di nuovo le donzelle sulle isole di pietra tra gigli di acqua. Attraverserà gli  spinari  della collina il canto delle lavandaie. Ma adesso non si può tornare indietro perché il mondo che abbiamo fatto male fin dall'inizio è pietra in mezzo di un ampio fossato che non potremo saltare Isola deserta circondata da fantasmi. Appena se disponiamo del cuore fra i fiuoriti uragani.

Tradotto da: Hugo E. Méndez U. | ANCA24 Italia
Lubio Cardozo, Ecopoesía un camino para la reflexión. Entrevista al poeta Lubio Cardozo. Martes, 13 de diciembre de 2011.

2 comentarios:

  1. piedra
    En ti confluye todo
    al paso de los ríos de la aurora
    minúscula carne de Dios.
    Más allá del mal de la estulticia
    celebras en el sueño del silencio
    la permanencia infinita del bien y la belleza.
    Sobre planicies y montañas
    junto al joven viento o a la niña brisa
    concibes en la sabiduría de tu substancia
    lo admirable.

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  2. hermoso poema ........................

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