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martes, 12 de mayo de 2015

In America l’india añú[1] Aniin ha congiunto due nature


Il suono fragoroso dei cannoni che sparavano la sua carica una e una’altra volta ancora avevano terrorizzato alla comunità indigena añú che abitava  a pochi chilometri da dove fu combattuta la battaglia navale sul Lago di Maracaibo. Già in precedenza erano molto inquieti di osservare per diversi giorni le varie manovre di navi da guerra in quel luogo.

L’anno era il 1823, per essere più precisi su un Giovedi e verso la fine del pomeriggio iniziò lo scontro feroce tra la flotta spagnola e la squadra venezuelana. In due ore di duro combattimento  è stato deciso l’azione che suggellò definitivamente l’indipendenza del Venezuela.

Da una delle barche in fiamme, saltò parte dell’equipaggio nel lago e nuotando disperatamente hanno cercato di raggiungere la riva, la maggior parte dei quali hanno raggiunto terraferma sono stati catturati dai soldati venezuelani. Uno di loro, anche ferito, è riuscito a nascondersi tra le mangrovie e eluse la ferma requisizione per trovare i vinti. Per tre giorni quasi morente, si è mantenuto nascosto e quando le sue forze cominciavano ad abbandonarlo è stato trovato e aiutato dagli añú ed è stato portato in una delle loro palafitte ranch costruito sul lago– per essere guarito e nutrito.

Una giovane india Añú  di nome Aniin, che nella loro lingua significa “Qui”, si prese cura di lui, un processo che è durato diversi mesi, il tempo necessario per che il marinaio si recuperasi pienamente e riflettesi sul suo futuro immediato, che è stato quello di di non tornare  in Spagna e rimanere a far una famiglia con Aniin e far parte della comunità indigena.

Il marinaio si è rivelato essere il secondo Capitano della Fregata San Carlos, di nome Miguel Ortega Morán y García, fiero e coraggioso uomo di mare, che è unito la sua anima al nobile popolo Anú, di quanto sia attualmente il popolo di Santa Rosa de Agua, nella città di Maracaibo, ad ovest del Venezuela..

Aniin rappresentò per il Capitano Ortega, il sentimento più puro. La prole tra Miguel Ortega e Aniin fu prolifera, si stima che hanno avuto più di dieci figli. Fu una donna piena di bontà, Miguel ha ammirato di Lei il suo affetto per gli animali, tanto che ha avuto la convinzione che Aniin poteva comunicarsi con loro.

Dove Aniin si siedeva, arrivavano gli uccelli, i procioni, le farfalle, i granchi, varie specie della zona e tutti in armonia godevano della loro presenza. Se stavano malati solo quando venivano toccati da Lei si rianimavano e si curavano. Per Lei, ogni specie aveva una ragion di essere e quelle vite dovevano essere rispettate. Sono stati i suoi altri figli.

Oggi, quasi due secoli dall’arrivo del Capitano Ortega nella terra dei sogni, successivamente chiamata Capitano Chico in suo onore, Aniin rappresenta ancora l’espressione umana più genuina che unisce ai due continenti e il sentimento protezionista della cultura Añú per la loro specie e per tutto quello che significa l’amore per la natura.

Lenin Cardozo, ambientalista venezuelano | ANCA24 – Hugo E. Méndez U., giornalista ambientalista venezuelano | ANCA24 Italia




[1] Añú termine che si riferisce ad uno dei popoli indigeni del Venezuela e uno dei cinque degli aborigeni dello stato Zulia che sono: Bari, Yukpa, Añu, Wayú e Japreira, o al loro linguaggio la lingua Añú. La parola Añú significa “popolo di acqua” o “gente di mare”.


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