Powered By Blogger

sábado, 3 de marzo de 2012

Con l’acqua potabile eravamo felici e non lo sapevamo

L'anno 2011 chiude con un saldo di 900 milioni di persone nel mondo che soffrono di quasi totale mancanza di acqua potabile e si stima che arriveranno a 2,5 miliardi entro il 2025. Anche se il problema è globale, sembra che i paesi sottosviluppati siano quelli che soffriranno di questa agonia, a causa della crescita in aumento della popolazione (si stima che nascono in questi territori il 95% dei 80 milioni di persone che ogni anno aumenta la popolazione mondiale).
In questo senso, l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e l'UNICEF, hanno detto che 24.000 bambini muoiono ogni giorno in America Latina, nei Caraibi e nell'Africa per cause prevenibili come la diarrea, colera, infezioni virali e parassitarie, malattie come la malaria e la tubercolosi, tutte queste conosciute per esercitare un forte effetto depressivo sul sistema immunitario prodotto dall’acqua contaminata. Si stima che un bambino soffre fino a quattro episodi di diarrea all'anno.
I bambini e le bambine di queste paesi hanno anche la possibilità di avere diarrea fino a 240 volte superiore rispetto ai bambini e le bambine dei paesi sviluppati. Tutto questo porta come conseguenza della mancanza di acqua potabile in queste regioni, che un bambino muoia ogni tre secondi e mezzo.
Secondo l'OMS, dal punto di vista della distribuzione, si stima che sono necessari per persone 50 litri di acqua al giorno. Avendo 55 paesi un consumo di acqua potabile per persona/giorno sotto il minimo. In America Latina, per esempio, consumiamo una media di 250 litri per persona/giorno (in cui solo lavarsi i denti con il rubinetto aperto, si consumano circa da 10 a 20 litri e da 45 a 50 litri a usare il gabinetto). A proposito, un lavaggio di veicolo con un tubo flessibile può consumare circa 500 litri di acqua. Mentre in alcune parti dell'Africa non raggiungono i 2,5 litri di acqua per persona.
Il dibattito globale è centrato sul tema ricorrente dell'ambiente. Ed in particolare alla nuova malattia del pianeta, il cambiamento climatico. Che sta causando il scioglimento dei poli, l'aumento delle temperature e il volume dell'oceano, tra le altre conseguenze. Secondo il Panel internazionale sul cambiamento climatico, questi eventi si riflettono drammaticamente nei paesi africani, Centro e Sud America e nei paesi di Oceania.
Si prevede che l'erosione dell’acqua corrente, i flussi dei fiumi e la disponibilità d’acqua diminuisca in queste regioni, accompagnata da frequenti inondazioni e siccità. Oltre alla deforestazione incontrollata e lo sviluppo agricolo senza controllo, dighe e sistemi di irrigazione sono gli altri responsabili della scarsità del nuovo e vitale "petrolio bianco".
Naturalmente che i paesi sviluppati hanno preso le sue precauzioni, i recolonialisti o neocolonialisti, stimolando iniziative di privatizzazione dell'acqua potabile in base a presunte azioni "ben intenzionate" per ridurre la povertà, la riduzione del debito, la liberalizzazione del commercio e sviluppo economico.
Cosa fare? Nel attivismo ambientale, la partecipazione dei cittadini è la soluzione. L'agenda pubblica dei nostri paesi, richiede la considerazione di più azioni, leggi, interventi sulle questioni ambientali. È necessario indicare la strada. Queste azioni devono essere collettive, militante e disinteressate. L'obiettivo è senza frontiere, senza esclusione, è un obiettivo superiore: la vita.
Lenin Cardozo / Hugo E. Méndez U. / ANCA24 Italia
Hugo E. Méndez U.

viernes, 2 de marzo de 2012

L'eredità generazionale

Ho 50 anni e ho una figlia adolescente. La possibilità che i miei nipoti raggiungano almeno la mia età è ancora incerto. Anche quando entrambe le famiglie, materna e paterna è ricorrente avere una famiglia ottuagenaria e centenaria. Ma al di là della nostra genetica della longevità, l'ambiente sarà il fattore determinante. Da continuare il percorso che portiamo, la qualità della vita di mia figlia sarà compromessa, ma quella dei miei nipoti sarà incerta.
Entro 50 anni, gli scienziati stimano che il mondo aumenterà la sua temperatura di 4° C in più, portando come conseguenza la scomparsa del ghiaccio del Artico, così come gli orsi polari e pinguini.
Il livello del mare si alzerà e si sommergeranno città come New York, Boston, Miami, Los Angeles, San Francisco, Vancouver, Buenos Aires, Sao Paulo, Rio de Janeiro, Recife, Dhaka, Città del Capo, Cairo, Dubai, Mumbai, Singapore, Bangladesh, le Filippine, Shanghai, Sydney, Perth, Auckland, Hong Kong, città giapponesi, Vladivostok, Amsterdam, Londra, Dublino, Bilbao, San Sebastian, Santander, Ferrol, la Coruña, Rias Baixas, tra le altre città che sono a piedi di costa. Altrettanto si stimano innumerevoli mega terremoti durante questo periodo.
Questa geografia incontrollata impattarebbe direttamente ai più importanti acquifere di acqua dolce che attualmente conosciamo. I cambiamenti climatici pregiudicarebbe anche la maggior parte delle specie marine, riducendo drasticamente o scomparendo la specie. Inoltre, causarebbe la scomparsa della foresta amazzonica, che parallelamente il tasso di deforestazione e la combustione sta facendo, le prolungate siccità, portando la morte della vegetazione.
Allo stesso modo influenzano sul resto delle “humedales” e foreste minori. Molte delle specie che conosciamo oggi, si vedranno solo in archivi fotografici e videografici. Come conseguenza dalla perdita irreversibile della biodiversità a livello mondiale.
Attualmente, secondo la Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), circa due milioni di persone muoiono ogni anno a causa delle conseguenze di inquinamento atmosferico che provoca problemi respiratori e cardiaci, infezioni polmonari e cancro. In 50 anni, si stima che alte concentrazioni di CO2, come altri gas nell'atmosfera avrà un effetto esponenziale, facendo di questo tipo di inquinamento la principale causa di decessi nel mondo, si stimano circa 100 milioni di morti all'anno.
Sulla questione alimentare, questo sarebbe influenzato dalla crescita della popolazione mondiale. Entro il 2012, la popolazione mondiale è stimata a 7.000 milioni, fra 50 anni la popolazione potrebbe aumentare di 2 miliardi di persone in più, cioè, saremo in 9 miliardi di persone. A quel punto dovremo produrre più cibo con meno spazio di quello che abbiamo oggi per la coltivazione.
Cosa fare? Sembra che si tratti di pura finzione? o continuaremo ad invecchiare dietro a questa realtà? È l’egoismo personale che sicuramente governa la nostra vita e non ci permettono di costruire una eredità per le nostre future generazione?.
La partecipazione dei cittadini nella difesa della natura è in porta. Unisciti a noi oggi nell’azione in materia ambientale, bisogna dare tutto per i nostri figli, i nostri nipoti e le generazioni future. Camminiamo insieme in questa crociata per la vita.
Lenin Cardozo / Hugo E. Méndez U. / ANCA24

jueves, 1 de marzo de 2012

Venezuela: "Un Avatar" di mangrovie che diventa Parco Comunale

La Stazione Biologica “Popoli d'Acqua" (programma sviluppato dalla Fondazione Azul Ambientalistas in collaborazione con il Centro di Educazione Popolare "Jesus Ortega Rosario") è stato creato con il sostegno del Consiglio Comunale Capitano “Chico” del popolo di “Santa Rosa de Agua”, che si trova in la città di Maracaibo, stato Zulia, il primo Parco Comunale di Mangrove denominato "Terra dei Sogni".
130 ettari di foresta costiera, accompagnati da estese “humedales” fanno l’habitat di una grande biodiversità, che da oggi è diventato uno spazio verde e blu, che gode della protezione di ricercatori, ambientalisti, biologi, canta autori, artisti, pescatori, i residenti della comunità “santarosarense”, ai fini di difendere congiuntamente questa foresta bellissima di mangrovie.
All'interno di questo "Avatar" naturale, abbiamo progettato un percorso interpretativo per lo studio della mangrovia rossa. Sono 1,5 kilometri costituite da gallerie di alberi di mangrovie che arrivano fino a 40 metri di altezza e strade che si affacciano sulla costa del lago di Maracaibo.
Qualora una delle tappe di questo percorso, chiamato Campeggio Ecologico Antonio Moran "Titay", è stato il punto di vista degli oltraggi del pirata Henry Morgan nel secolo XVII e il secolo XIX, la Battaglia Navale di Maracaibo, che alla fine suggellò la indipendenza del Venezuela. Un'altra icona di questo spettacolare parco di mangrovie è che sin dal suo inizio ha un Guardia Forestale, un pescatore locale denominato Deglys Almarza di origine indigena, residente della Isola Toa alla bocca del Golfo del Venezuela, che per più di tre decenni è stato il suo difensore più ardente.
Da questo bosco paradisiaco, il realismo magico dello scrittore Gabriel García Márquez diventa valido. E sicuro siamo che il regista James Cameron per il suo nuovo film di Avatar, ha ancora molto da imparare.
Questo santuario della flora e della fauna, Parco Comunale denominato " Terra dei Sogni ", diventa così, il grande tesoro scientifico, ricreativo e culturale della comunità aborigena "Añu", i cosiddetti popoli di acqua, i paraujanos e dei suoi 26 villaggi “palafíticos” (costruiscono le loro case su palafitte sul lago, imitando le radici di mangrovie rosse) che vivono nel Bacino Lago di Maracaibo.
Invitato a tutti a conoscere uno dei patrimoni ecologici più importanti della parte occidentale del Venezuela e del mondo.
Per Lenin Cardozo / Hugo E. Méndez U. / ANCA24