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miércoles, 29 de febrero de 2012

Venezuela: Un paese petroliero senza cultura ambientale

Se è vero che il nostro paese supporta la sua economia sulla esplorazione e lo sfruttamento del petrolio e ci fa vedere nel come uno dei principali esportatori, internamente, nelle sue proprie aree operative abbiamo ancora molto da imparare in relazione alla gestione ambientale di tali compiti. Gli scarichi operativi siano piccoli o grandi, non possono più essere convalidati dal tecnicismo di essere "normale" o proprio di queste attività. Produciamo, oltre alla ricchezza generata dalla commercializzazione del petrolio e suoi derivati, un enorme danno irreparabile sempre più alla natura.
Contingenze, come si è verificato sul Fiume Guarapiche nei pressi della città di Maturin, capitale dello stato Monagas, e dopo lo sversamento di petrolio avvenuto nel Golfo del Messico, nel Continente, questo fatto avvenuto in Maturin diventa il più significativo, per l'impatto che ha fatto al principale serbatoio d’acqua dolce e alla sua biodiversità in questa regione.
Una situazione cronica e simile è l'inquinamento subito dal principale estuario d'acqua dolce in America Latina, il Lago di Maracaibo, Stato Zulia, che soffre dentro il suo seno il dolore di avere migliaia di chilometri di tubi corrosi dove passano centinaia di micro perdite al giorno, ciò toglie al Lago la propria capacità di auto-rigeneranti propria dei corpi idrici, perturbando significativamente i tesori ecologici associati con le foreste costiere di questa regione.
L'incidente avvenuto sul Fiume Guarapiche di Maturin, ha permesso che una notevole quantità di petrolio abbia entrato in contatto con l'acqua e i piani di emergenza azionati soltanto hanno potuto bloccare con barriere galleggianti il petrolio dalla superficie, è se si vuole, è una strategia che risolve solo una piccola parte del problema, perché organizzativa e tecnicamente non diminuisce gli impatti ecologici provocati.
Da qui che dalla prospettiva degli ambientalisti, suoniamo il campanello: vi è una grande risorsa senza nome, in questo caso di vite, di fauna silvestre, gli colpiti senza avvocati difensori, i non-umani, le vere vittime di questi contingenze ambientali, che non vengono presi in considerazione.
Come ambientalisti venezuelani, dolenti senza interessi politici o di qualsiasi tipo, se non quelli dalla tutela della natura, la sua flora e la fauna e del rapporto armonico tra l'uomo e il resto della biodiversità richiediamo di essere ascoltati nelle seguenti considerazioni:
1. I principali partner della natura sono le organizzazioni di conservazionisti, ecologisti e ambientalisti, e loro devono essere chiamati a rispondere per primi a quelle contingenze che generano impatto ambientale.
2. Tutti i cittadini che vivono in aree sensibili a questo tipo di contingenza petroliera, devono essere addestrati per aiutare la biodiversità colpita da questi sversamenti. Per essere parte della soluzione abbiamo bisogno della conscenza, una formazione adeguata per il salvataggio della fauna e flora selvatica e di non porre il veto alla volontà di aiutare per timori “comunicacionales” o politici.
3. Gli uccelli “petrolizados”, mammiferi e altre specie, devono essere aiutati in questo tipo di contingenze, anche se solo si salvi una vita, difendere il diritto alla vita è la nostra ragion d'essere come ambientalisti ed è questo nostro dovere. In questa zona tutti i venezuelani (umani e non umani) abbiamo gli stessi diritti di essere protetti.
Lenin Cardozo / Hugo E. Méndez U. / ANCA24 Italia

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