Powered By Blogger

jueves, 17 de mayo de 2012

La triste sorte degli alberi molto utile: il caso del Palo de Mora

L’albero di PALO DE MORA può misurare oltre 30 metri di altezza con un diametro ottimo di 50 cm. Ha bisogno per arrivare a quella altezza almeno di trenta anni, ma, si spera, che può prolungare la sua esistenza a più di dieci anni e nel frattempo abbellisce il paesaggio, ossigena l’atmosfera. Il suo nome scientifico è Chlorophora tinctoria (L) della famiglia Moraceae. Vasti tratti di questa pianta ha occupato i territori tra gli altipiani centrali e tutta la Cordigliera della Costa del Venezuela, fino a 600 metri sul livello del mare.
La sua ricchezza intrinseca è: a) molto resistente alle intemperie, duro, di lunga durata in acqua, proprio per il lavoro di ebanisteria per la loro buona reazione alla lucidatura, per la falegnameria in genere, e la costruzione navale. b) Contiene un lattice abbondante o resina da cui si ottengono due coloranti potenti che si conoscano nel settore chimico con i nomi dei “morina” e “maclurina” usati per tingere lana, seta, pelle, nylon. c) Dalla corteccia dello stelo si estrae una stoppa gommosa usata nel calafataggio delle navi. I frutti molto nutriente in fruttosio, la vitamina C, dal sapore ricco, raffinato sono il complemento della dieta dei bambini di campagna. Ebbene, queste bontà naturali del PALO DE MORA incitò l’avidità dei rapinatori della foresta, che ha portato quasi all’estinzione di questo splendido abitante della giungla. Il suo status di albero selvatico scomparse, e oggi è visto solo nei parchi, strade, giardini di residenze private.
Molto poco si sa, del disboscamento vissuto in Venezuela, in modo molto aggressivo dalla prima tappa della Colonia fino alla fine del XIX secolo. Europa, in particolare Germania, Inghilterra e Spagna, gran parte del loro mobili ed edifici di quell’epoca sono stati fatti di legno Venezuelano. Per il nostro porto principale, La Guaira, navi speciali per il trasporto di “rolas” di legno facevano code interminabili per caricare i nostri alberi di alto fusto. Interessante infatti l’approccio tedesco: loro ci abbattono i nostri boschi, e i loro boschi sono intoccabili. Loro abattono le foreste degli altri.
Già il botanico Henri Pittier ci aveva avvertito nel 1926, del brutale sfruttamento del PALO DE MORA. Scrive nella prima edizione del suo: Manual de Las Plantas Usuales de Venezuela, Caracas, List del Comercio, 1926, p. 324: “Per gli anni 1870-1890 ci fu una grande esportazione di questo legno dal Venezuela, tanto che oggi ci sono pochi alberi di grandi dimensioni nei quartieri vicino al porto di imbarco”. [Commento degli editori: La distanza tra il porto di Cumana, all’estremità orientale a nord del paese e il porto di Maracaibo –estremità occidentale nord- e tra questa linea costiera ci sono gli importanti porti di La Guaira e Puerto Cabello, vale la pena informare: che comprendono tutta la Cordigliera della Costa, oltre tutti gli altipiani centrali, e sono circa il 30% del territorio di questa nazione].
Intanto il botanico Jesús Hoyos, come un modo per salvare questo degno rappresentante della flora nazionale il PALO DE MAORA, raccomanda nel suo ùltimo libro, Frutales en Venezuela, Caracas, Sociedad de Ciencias Naturales La Salle, 1994, p. 351, quanto segue: “Può essere utilizzato come albero di riforestazione nelle zone calde del paese. Questo contribuirebbe anche alla promozione della fauna selvatica”. Azul Ambientalistas simpatizza con la raccomandazione del dottor JesÚs Hoyos, ma il compito è chiaramente in maiuscolo, significa una sfida patriottica per le dipendenze responsabili della conservazione della flora e fauna dello Stato venezuelano. Ma, ci sono queste dipendenze, avrebbero interesse in essa?
Ora è tempo di scrivere l’altra storia, quella che narra il saccheggio delle nostre foreste ancentrasle, la nostra fauna selvatica. Le vene aperte che hanno lasciato “i conquistatori” nel Continente Verde, cosí come lo chiamò 212 anni fa, Alexander Von Humboldt, quando scoprì la nostra straordinaria natura.
Lenin Cardozo | ANCA24 - Hugo E. Méndez U. | ANCA24 Italia

No hay comentarios.:

Publicar un comentario