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domingo, 20 de mayo de 2012

Pronosticano la grande guerra per l’acqua potabile

Sembra che il conflitto con l’Iran, per la sua gestione dell’energia nucleare, sarà l’innesco alla prossima guerra nel secondo decennio del secolo. Il formato è lo stesso di quello dell’Iraq. Le cose non sono chiare, è meglio intervenire. In questa “attività” saranno chiamati 65 milioni di iraniani che vivono in quel territorio e qualche d’uno in più dei suoi alleati naturali contro l‘esercito di occupazione. I persiani di nuovo, faranno quello che più hanno saputo fare da sempre.
Tuttavia, anche quando questo accada, il maggior richiamo di guerra di questo secolo non sarà in quella guerra. La madre della guerra, come è annunciato dagli apocalittici, sarà per il controllo di cibo e acqua potabile. Ciò è confermato dal rapporto elaborato dai militari canadese chiamato, “Il contesto della futura sicurezza del 2008-2030”, dove avanzano alcune iniziative per mitigare o controllare di ciò che è previsto che accadrà.“Le forze armate si stanno preparando per rispondere in ogni angolo del planeta, dovuto alle guerre regionali e possibili atti violenti per la competizione delle risorse naturali. Le future operazioni militari a causa della moltiplicazione delle rivolte provocate dalla fame porterà a intensi combattimenti”. Rivela il documento.
Tra i molti fattori di destabilizzazione del pianeta per i prossimi anni, l’impatto ambientale è al centro dell’attenzione di tale rapporto. “In tutto il mondo, si verificheranno fenomeni meteorologici sempre più violenti e sempre più legati ai cambiamenti climatici che richiederanno di interventi militari, dalle missioni di soccorso alle vittime di catastrofi naturali fino alle operazioni di stabilità su larga scala”. Le Forze canadesi ritengono che la lotta tra gli stati sarà per il controllo delle risorse come l’acqua e il cibo e aspettano il peggio delle situazioni. Il rapporto prevede nei paesi economicamente fragili, lotte interne per il controllo delle risorse, sarà particolarmente sotto forma di guerriglia o di orde armate organizzate per i saccheggi.
In un periodo di 20 anni, i problemi ambientali e la scarsità d’acqua e cibo, comporterà il rischio di destabilizzazione in regioni intere. “Si prevede che le pressioni causate dai flussi migratori e di rifugiati o degli sfollati porterà ad una scalata delle tensioni etniche, religiose o territoriale, instabilità e, eventualmente, una crisi di governo in questi stati. Questi effetti si manifestano soprattutto nella zona costiera, dove abita il 75% della popolazione mondiale, specialmente tra i gruppi di persone, i settori economici e le località sensibili alle variazioni climatiche, dal punto di vista economico o ecologico”.
Secondo gli analisti militari, gli effetti del cambiamento climatico avranno conseguenze gravi e catastrofiche, in particolare sullo scioglimento delle calotte polari, aumento del livello del mare, crescente desertificazione e il calo dei rendimenti delle colture in alcune regioni (in particolare Africa), la trasformazione degli habitat, estinzione di molte specie e la crescente diffusione di malattie tropicali in zone temperate. L’innalzamento del livello del mare e lo scioglimento dei ghiacciai certamente aumentare la superficie di terra perse, mentre che l’infiltrazione di salinità e l’inquinamento ridurrà l’accesso alle risorse di acqua potabile. La produttività agricola in Africa precipiterà. “La perdita di terreni agricoli a causa della desertificazione condurrà ad una diminuzione dei raccolti del 50%”. Inoltre, “i ghiacciai del Himalaya scompariranno senza dubbio prima del 2035, che priveranno 750 milioni di abitanti della regione dell’Himalaya-Hinde-Kush e la Cina della sua fonte d’acqua potabile”.
Mentre tutti stano prendendo le loro “precauzioni”. L’agenda politica latinoamericana, agisce con indifferenza alle tematiche ambientali. La sicurezza alimentare, la crescita della popolazione e l’acqua potabile, sono temi lontani perché non ci sono voti nell’immediato. Difficile, per non dire missionario o chisciottesco, il percorso degli ambientalisti, per avvertire ciò che sta per arrivare. Sarà come dicono nel mio paese, a ciò che sta per venire: “che Dio ci prenda confessati”!
Lenin Cardozo | ANCA24 - Hugo E. Méndez U. | ANCA24 Italia

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