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jueves, 26 de abril de 2012

Energia eolica marina, la migliore scommessa dei Caraibi

L’utilizzo energetico della forza dei venti mediante l’installazione di turbine eoliche in aree caratterizzate da forti venti durante tutto l’anno, è oggi, la proposta di energie pulita o rinnovabili di maggiore sviluppo e crescita tecnologica negli ultimi anni. L’energia eolica sta guadagnando terreno come una delle alternative più valide per sostituire i combustibili fossili e quindi viene assunta come una delle azioni concrete per ridurre le emissioni di CO2 e così frenare il riscaldamento globale . Proposta energetica che siamo obbligati a difendere senza dubbio, dal momento in cui l’attuale parco tecnologico nel settore energetico dei paesi sviluppati, rimane ancora il più inquinante. Sebbene questi paesi “hanno accordato” nel Protocollo di Kyoto di ridurre le emissioni di CO2 nell’atmosfera. Fissare come obiettivo che entro il 2012, le emissioni di gas inquinanti potrebbe crescere solo un 15% rispetto al 1990, tuttavia, tali emissioni rimangono ancora oggi nel 17% oltre il limite accordato.
La miglior esperienza di questo tipo di energia alternativa è quella prodotta nel mare aperto -energia eolica marina-, in quanto la velocità del vento è più forte e più prevedibile, soprattutto quando i siti per installare l’energia eolica su un terreno cominciano a scarseggiare negli insediamenti per gli insediamenti della popolazione costiera. Il primo parco eolico marino composto da 11 turbine da 450 kW, è stato costruito in Danimarca nel 1991 a nord dell’isola di Lolland nel Mar Baltico e, nel 2002, dopo il lancio di diversi parchi con diversa potenza, apre il parco Horns Rev, il più grande del mondo con 80 turbine eoliche con una capacità installata di 160 MW. Questo paese ha il “Piano d’Azione sull’Energia, Energia 21”, in base al quale 4.000 MW di energia eolica saranno installati in mare aperto entro il 2030, che andrà aggiungere altri 1.500 MW installati in terra per raggiungere oltre il 50 % del consumo di energia nel paese, il tutto con un investimento di 16.000 milioni di dollari.
Dopo i risultati concreti ottenuti in quel paese, si può concludere che, anche se l’impianto nel mare di strutture con caratteristiche simili, è di un investimento superiore rispetto a quelli situati in terra, la produzione di energia elettrica è più stabile e il 20 % in più, e la vita utile del parco, ben tenuto, può essere raddoppiata. I parchi esistenti attualmente si trovano in aree poco profonde, lontani da vie marittime, aree di collegamento via microonde, zone militari, spazi di particolare interese ornitologico o naturale in generale e lontani dalla costa almeno 2 chilometri, per fare un uso migliore delle condizioni dei venti, con caratteristiche diverse dai venti a terra.
In mare, il vento si trova con una superficie di ruvidità variabile, le onde, e senza ostacoli come isole, isolette, e così via. Questo implica che la velocità del vento non subisce variazioni significative a variare l’altezza della turbina eolica, in modo che possono utilizzarsi torri più basse da quelle usate in terra. Inoltre, il vento è generalmente meno turbolento in mare che in terra, così che in una turbina eolica situata sul mare ci si può aspettare un periodo di lavoro utile maggiore rispetto ad altre situate in terra.
Uno degli aspetti che riduce i costi di installazione di tale turbine eoliche è quello di ottimizzare i sistemi di ancoraggio e base a terra. Inizialmente sono state fatte mediante fondazione in calcestruzzo per gravità, facendo la costruzione in bacino di carenaggio di grandi strutture che successivamente sono state fissate al pavimento e sono stati riempiti con ghiaia e sabbia. Un disegno successivo, il monopile, è quello di perforare il fondale con un diametro di 3,5 a 4,5 metri e una profondità di 10 a 20 metri, che introduce un cilindro metallico che è alla base della torre. Attualmente impiega una tecnica di gravità + acciaio, il risultato della combinazione delle due. Nel caso di acque profonde, si usano tre gambe treppiedi ancorata al terreno.
Finalmente, i parchi eolici sono collegati con la terraferma attraverso cavi sottomarini interrati per ridurre il rischio di danno fatti da attrezzi da pesca, ancore, ecc. In aree strategiche del parco ci sono, tra l’altro, instalazioni di servizio, centri di trasformazione che traducono la bassa o media tensione a alta, per facilitare il trasporto fino alla costa. Se la distanza a terra è di 30 km è possibile utilizzare connessioni di correnti in alta tensione. Una volta a terra, è sufficiente collegare la linea elettrica con la rete di distribuzione esistente. L’installazione di parchi eolici nei Caraibi, sono già competitivi, perché il tasso percepito da queste tecnologie è inferiore al prezzo medio di generazione di energia elettrica rispetto ai tassi elevati delle tecnologie che usano il petrolio -olio combustibile o gasolio-. Questa scelta viene sostenuta perché il prezzo di questi combustibili, prodotto per il trasporto alle isole, li rende sempre più proibitivi.
La variabilità del costo dell’energia prodotta con combustibili fossili mostra che un kilowatt di energia eloica per ora costi circa la metà di quella prodotta con fueloil e il 37% inferiore al gasolio. Così, i sistemi elettrici dei Caraibi saranno più sicuri, perché miglioreranno la loro autosufficienza, saranno più puliti, rinnovabile e più economici, perché saranno ridotti i costi di generazione dell’energia elettrica grazie alla continua inflazione dei prezzi dei carburanti fossili.
Lenin Cardozo | ANCA24 - Hugo E. Méndez U. | ANCA24 Italia

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