Tu dici che manifesti per un mondo migliore, ma hai tagliato più di 500 alberi nella città, in una sola settimana, per utilizzarli come barricate e questo ti fa sentire bene. Inoltre, attraverso le reti sociali ti vanti delle tue abilità con la motosega e perfino chiedi che ti chiamino un patriota.
Tu dici che lo fai per difendere il diritto alla vita e uccidi, nascosto nella solitudine della notte, ai cani e gatti che vivono per le strade e poi li butti nella brace delle barricate infuocate. Sei molto regionalista, ti piace che ti dicano "Maracucho", ma come non ti importa anche distruggere le piazze della città, i suoi parchi di giochi, le sculture, le sue luci, i suoi pali della luce, i marciapiedi e intossichi la loro aria con centinaia di gomme che hai bruciato tutti i giorni durante la protesta.
Quando tu dici che ami Maracaibo, ci fai paura!
Patrimonio
arboreo, con oltre quattro decenni che danno ossigeno e ombra non
esistono più. Cujíes, Jabillos, Jacures, Bucares, Mangos, Nim e Palmas,
tra le altre specie che li hanno costato alla città un grande sforzo per
vederli crescere. Ceibas centenarie sono passate ad essere anche parte delle barricate.
Coraggiosa forma di protesta dispersando e bruciando sulle strade principali ogni giorno 1500 tonnellate di spazzatura e per questo non consenti di far arrivare al lavoro, la scuola, gli ospedale a mile di persone innocenti.
SOS SOS SOS, cosí giustifichi di riempere le pareti di graffiti e di macerie le strade della città. Sì, sei quella vittima che chiedi aiuto vittimizzando a Maracaibo.
Per la costernazione di questi predatori urbani e dei loro complici, la città se ha qualcuno che li vuole assai bene, senza colpi di petto e senza molta poesia. Ora dobbiamo uscire e difendere, recuperare la città che amiamo: Maracaibo.
Lenin Cardozo, ambientalista venezuelano | ANCA24 – Hugo E. Méndez U., giornalista ambientalista venezuelano | ANCA24 Italia
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