America Latina è stata molto sfortunata nel fatto di copiare modelli politici europei. Noi latino amercani, ogni volta che copiamo sbagliamo, e con tendenza al peggio. Siamo stati felici prima che arrivasero al continente gli uomini a cavallo. Dal culto alla natura siamo diventati monarchici, poi repubblicani a volte, capitalisti, nazionalisti, socialcristiani, socialdemocratici, socialisti puri, comunisti utopici o classici, imperialisti, anti imperialisti o pro di qualcuno, di qualsiasi cosa dovevamo essere, infine, troviamo difficile di essere noi stessi.
E non in conformità con i fallimenti noti di questi approcci (alcuni di loro hanno fino a 100 anni di “prova” nel continente), la creatività ci ha portato a riemergere molte di queste ideologie rugose, grinzose, ponendoli come una novità o come articoli “fashion” che sono ormai del secolo XXI. Cioè, abbiamo rilanciato “il marchio”.
Gli stessi europei concludono, che il mondo non è stato meglio in quella presunta distinzione tra destra e sinistra. Il filosofo italiano Norberto Bobbio, ha ripetutamente espresso che la vecchia sinistra dello Stato aveva privilegiato l’uguaglianza (che non ha ottenuta) e la Libertà (che ha calpestata). Qualora
la destra tradizionale ha continuato difendere, ciò che conta è il
diritto alla libertà (che cercano sempre di controllare), quindi la parità, l’uguaglianza, oltre ad essere irraggiungibile, è indesiderabile chiudono le forze economiche del mercato. E a sua volta, la nuova sinistra ha sostenuto la necessità di coniugare la libertà con l’uguaglianza.
Il sociologo inglese, Anthony Giddens, ha detto che le idee della sinistra sono vecchie e obsolete, e quelle della nuova destra hanno anche fallito. Pur ritenendo che la divisione destra-sinistra è inadeguata perché ignora problemi vitali, riconosce che loro resistono a scomparire. Non basta fare appello a un centro-sinistra per risolvere i problemi, in quanto vi sono problemi che richiedono politiche radicali. Egli conclude che il socialismo di stato, come il neoliberismo globalizzato hanno fallito. Quindi, questo piatto di spaghetti ideologico è compreso solo dagli europei.
America, come continente, porta nei suoi geni una cosmovisione del mondo ambientale, che proviene dai loro antenati indigeni, e nel XX secolo, le prime azioni hanno interpretato coraggiosamente la difesa della natura, che sorgono dal coraggio e la difesa di Greenpeace, a Vancouver nel Canada occidentale. Ecologisti Hippies, hanno attirato l’attenzione del mondo per protestare in maniera indipendente, senza impegni di partito o di collegamenti con le ideologie esistenti, le prove nucleari nel Pacifico. Poi l’intolleranza e le persecuzione di chi hanno governato quei paesi, nell’epoca, costrinsero la maggior parte dei suoi fondatori a cercare rifugio in Europa. Era troppo difidente , durante la Guerra Fredda, protestare per difendere il pianeta.
La proposta ambientalista, non è la terza via, né è il nuovo vestito di una sinistra o una destra che sono venute a meno nelle loro offerte elettorali.
Né, si tratta di una setta o una nuova religione. È l’unico modo, per apprezzare la vita. Viviamo nuove realtà che richiedono ad urli nuove strategie. È ripensare un cambiamento nel nostro contratto sociale settario per un contratto naturale inclusivo. Richiede di codici di etica globale. Bisogna cambiare questo conservatore “senso comune” per un senso ambientalista innovatore.
L’essere umano ha la capacità di reinventare se stesso e il pianeta richiede di questa metamorfosi. Essere un ambientalista significa rispettare la coesistenza tra noi, in armonia con tutte le specie e proteggere il nostro unico habitat, la Terra. Ma è pur sempre un atteggiamento impegnato, fermo e attivista. Noi non agiamo come lo struzzo, che davanti al rischio o l’incomprensione mette la testa in un buco per sfuggire alla realtà.
Proteggici come specie e la natura, è la sfida.
Lenin Cardozo, ambientalista venezuelano | ANCA24 – Hugo E. Méndez U., giornalista ambientalista venezuelano | ANCA24 Italia
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