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sábado, 17 de enero de 2015

Il Manifesto Ambientalista: cosmovisione del Pianeta Azzurro, la Mamma Terra, Hallp`amama o Pachamama.

L’epoca  dei “sistemi” è passata. L’epoca della costruzione della forma essenziale del ente partendo della verità dell’essere non è arrivata ancora...
M. Heidegger, Contributi alla filosofia


A tutti gli esseri viventi differenti alla razza umana, che d’ora in poi “apellidaremos”,  gli  «humánidos», che essendo del  regno animale o vegetale, ci accompagnano in  modo essenziale -per questo noi gli diamo il nostro cognome-, nella  fantastica avventura sul  pianeta Terra.

Ai più di sette miliardi di esseri umani, registrati dall’Organizzazione delle Nazioni Unite all’inizio del secondo decennio del secolo XXI, e a quelli che nasceranno nei prossimi anni.

Siamo categorici nel definire l’ambientalismo di oggi come il sacro  rispetto per il dono  della vita, l’eredità per coloro che vengono. È la ricompensa con il più profondo amore alle nostre due madri, quella biologica e quella naturale (Mamma Terra, Hallp`amama o Pachamama). Il riconoscimento a coloro che sono stati i nostri genitori: alberi, montagne, fiumi, laghi, cielo.

È proteggere ai fratelli non-umani: invertebrati, vertebrati, anfibi, il regno vegetale. È chiedere  perdono per coloro che sono stati uccisi o rubati per  allungare la nostra vita. È la lotta per la vita che  dà senso alla vita. È l’opposto alla crudeltà, all’avidità. È la via della pace spirituale, senza sensi di colpa. È l’ultima utopia.

Un ambientalista ha come  missione di vita re-immaginare il mondo, capire e far  capire che tutte le specie che lo abitano hanno il diritto alla vita, e anche nell’ultimo secondo o battito di cuore, dobbiamo difenderla con tenacia. Accettare l’esistenza dell’«altro», è il primo impegno. Il quale noi comprendiamo e rispettiamo. L’«altro» può essere una persona che la pensa diversamente da noi, con differenti religioni, status sociale, razza. Ma anche lì devono essere   incluse, naturalmente, le diverse specie animali, vegetali, ecosistemi, habitat, l’acqua, l’aria, la terra su cui andiamo tutti i giorni.

Il pensiero ambientalista è stato creato in America, l’America ha lanciato al mondo il SOS dell’ambientalismo. America come un continente, porta nei suoi geni una  cosmovisione ambientalista, che proviene dai loro antenati indigeni, e nel secolo XX, le prime azioni che hanno interpretato coraggiosamente la difesa della natura, nascono dalla “zaga” di Greenpeace, a Vancouver, a ovest di Canada.

Ambientalisti hippies, hanno attirato l’attenzione del mondo per protestare con indipendenza, senza compromessi con i  partiti né legami con ideologie esistenti,  gli esperimenti nucleari nel Pacifico. Poi l’intolleranza e la persecuzione,  di chi hanno governato il paese in quella epoca, hanno costretto alla maggior parte dei suoi fondatori a rifugiarsi in Europa. Era troppo sospettoso, durante la Guerra Fredda, protestare per difendere il pianeta.

La proposta ambientalista, non  è la terza via, non è il vestito nuovo di una sinistra o una destra che vedono accorciate le loro offerte elettorali. Né, è un culto o una nuova religione. Oggi è l’unica via,  per valorizzare la vita. Viviamo nuove realtà che richiedono ad urla nuove strategie. È  ripensare un cambiamento nel nostro contratto sociale settario per un contratto naturale inclusivo. Abbiamo bisogno di codici etici globali. Modificare, cambiare il conservatore “senso comune” per un senso ambientale.

L’essere umano ha la capacità di reinventarsi se stesso e il pianeta richiede di questa metamorfosi, l’intelligenza per sommare  sforzi e  “sapienze” specifiche, generali, proprie, imparate o empiriche, ma tutte con un solo  obiettivo comune, preservare la Terra. Essere un ambientalista è una posizione di compromesso, ferma e attivista. Non è comportarsi come lo struzzo, che davanti alla incomprensione o al pericolo  mette la testa in un buco per sfuggire alla realtà. Proteggere le specie -humanus e humánidos- nella  natura, è la sfida.

L’antica lotta tra la civiltà e la Terra, dovrebbe scomparire radicalmente, sostituirla con la convivenza amorevole, equivalente, mutuamente aportativa tra la Terra e la civiltà -la pace fertile- per salvaguardare il più grande miracolo del Pianeta Azzurro: l’esistenza.

In questo sforzo titanico dei migliori uomini e le migliore donne per cambiare il corso del destino del mondo, per rimuoverlo  dal futuro disastro nel quale lo ha portato  la follia umana, confluiscono -a livello scientifico, artistico, poetico, filosofico, umanistico- gli ambientalisti, coloro che lavorano per proteggere la natura, intesa come la diversità di flora e fauna, la bellezza dei paesaggi naturali, un privilegio di cui gode la specie umana, come un luogo di svago, ricreazione e  contemplazione che deve essere rispettato così come è stato ereditato nel corso della storia

Gli ambientalisti come attivisti che chiedono una reciprocità attiva e feconda tra l’uomo e l’ambiente, un rapporto generazionale, che non sia basato su un modello di sfruttamento irrazionale e distruttivo delle risorse. Radicali nella difesa del diritto al godimento della vita di tutte le specie.

Questo  manifesto conclude con la proposizione di cinque faccende primarie generali che deve realizzare l’ambientalista:

1. Liberare lo spazio in cui viviamo: la casa o un appartamento il più possibile dell’inquinamento ambientale (la preparazione per il riciclaggio dei rifiuti, risparmio energetico, gestire bene l’acqua, mantenere l’ornamento).

2. Il monitoraggio del settore urbano in cui viviamo: rivitalizzare gli spazi verdi (giardini, i viali, piazze, parchi). Riportare gli   sversamenti di acqua potabile. Combattere l’inquinamento acustico, ecc.

3. Fare pressione: ogni ambientalista può portare a gli enti governativi (comuni, consigli comunali, consigli legislativi, governi, ministeri, ecc.) le loro proposte, reclami e suggerimenti.

4. Divulgare: tutti gli  ambientalisti dovrebbero usare i mass media a sua disposizione (stampa, radio, televisione, social network, aule, spazi universitari). Per realizzare tutto ciò che è stato indicato nelle sezioni precedenti così  come nuovi contributi e idee.

5. Lo strumento politico: l’ambientalista assumerà, se necessario, funzioni politiche forti per proteggere l’ambiente. Senza paura.

Gli ambientalisti del mondo, ci impegniamo attraverso questo manifesto per compiere le sette azioni sacre per salvare la Terra:
  1. Piantare alberi,
  2. Proteggere gli animali e la flora,
  3. Gode il piacere dell’aria,
  4. Rispetta l’acqua,
  5. Amministra il fuoco,
  6. Ama la Terra e la Mamma Terra, la Hallp`amama o Pachamama.
  7. Ama la vita.
Difendiamo con tutta la nostra forza dei nostri muscoli, del nostro pensiero, del nostro sentire di patria in cui siamo nati alla Madre Patria, dove ritorneremo per il viaggio attraverso l’abisso dell’eternità, il Pianeta Azzurro, la Terra.

 

Lenin Cardozo, ambientalista venezuelano | ANCA24 – Lubio Cardozo, ecopoeta venezuelano | ANCA24 – Hugo E. Méndez U., giornalista ambientalista venezuelano | ANCA24 Italia

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